"È come far volare un aquilone: all'inizio bisogna correre forte tenendolo ben stretto nella mano, in alto tanto quanto il nostro braccio ci consente, finchè l'aria non comincia a sollevarlo. Solo adesso puoi mollare la presa, ma è importante continuare a correre mantenendo il filo corto. Questo è il momento più difficile e faticoso ed è quello determinante per la riuscita del volo. Quando l'aquilone ha preso quota lo si affida alla forza del vento perchè lo sostenga. Ora non è più necessario correre con lui. Bisogna solo allungare il filo piano piano, controllando sempre che non perda quota. L'aquilone andrà sempre più in alto e, col naso all'insù, lo si potrà ammirare austero, luccicante al sole. Un filo invisibile lo sostiene. E lungo quel filo corre l'amore autentico che non si spezza, l'amore che dà vita, che mai abbandona."
Laura Tangorra
In una delle spiagge brasiliane, un bambino giocava con il suo aquilone. Era a forma di aeroplano e, aiutato dal vento, volava molto alto nel cielo. Un pappagallo, incuriosito da questo strano oggetto, lo raggiunse e, quando vide che era legato con un filo, provò compassione: "Poverino! - pensò - restare così legato alla terra, senza essere libero di volare dove vuole! Quel bambino che lo tiene legato deve essere proprio un egoista e senza amore". Così, per aiutarlo nel ridargli la libertà, si avvicinò il più possibile e, rapido col suo becco tagliente, spezzò il filo che lo teneva legato. Ma subito l'aquilone parve impazzire. Infatti, sbattuto dal vento sbandava in tutte le direzioni, e la carta leggera di cui era fatto si incominciò a strappare in più punti. Infine, una sferzata di vento lo scaraventò a terra. Il pappagallo, sbalordito e tremante, atterrò vicino a lui e, rivolto verso il bambino, esclamò: "È terribile! Che cosa è successo? Io pensavo di liberarlo!". Il bambino, mentre cercava di vedere se il suo aquilone poteva essere riparato, con voce calma e decisa, rispose: "Vedi, succederebbe la stessa cosa anche a te, se qualcuno tagliasse quel filo sottile che ti tiene legato al cielo, come legato a me era l'aquilone. Il suo, non era un legame di schiavitù o di morte, ma di libertà e di vita!"
Giovanni Negro
Madre Teresa di Calcutta